Il cammino Neocatecumenale
Breve storia della nascita del Cammino
In quell’ambiente
caratterizzato da dolore, sofferenza e non senso, vede concretizzarsi la parola che anni prima, agli albori della sua crisi esistenziale, aveva ricevuto direttamente dalla Vergine Maria, in una visione intellettuale: “Bisogna fare comunità che vivano come la Sacra Famiglia di Nazaret, in umiltà, semplicità e lode, dove l’altro è Cristo”. Questi poveri, attratti dal suono della sua chitarra e dal suo pregare con il breviario, iniziarono a frequentare assiduamente la sua baracca, all’interno della quale nacquero spontanee domande esistenziali come , “chi sei tu?”, “che senso ha la tua vita” etc… e catechesi in risposta.Lo Spirito Santo
iniziò ad operare tra quegli poveri che, a poco a poco, iniziarono a cambiare vita, mostrando i primi segni di conversione: ci fu chi smise di rubare e si trovò un lavoro, chi smise di prostituirsi, chi abbandonò l’alcol e poi grandi e straordinarie riconciliazioni. In tutta la città si iniziò a parlare di questo spagnolo con la chitarra che viveva tra i poveri di Palomeras e un giorno, spinta da sua sorella, una giovane missionaria di nome Carmen Hernandez (biografia completa) volle andare a vedere con i propri occhi cosa stesse accadendo laggiù. In quel tempo, Carmen cercava di formare delle equipe di missionari per evangelizzare la Bolivia e pensò che quel giovane potesse fare al caso suo, ma la vista della comunità di Palomeras la toccò profondamente: si riunivano per leggere la parola di Dio e poi Kiko domandava ad alcuni “a te cosa dice questa parola?”.Ognuno rispondeva con sincerità,
contestualizzando quella parola nella propria esistenza, senza difendersi o cercare di nascondere la propria realtà, poiché in quel luogo tutti sapevano perfettamente chi fosse l’altro. Attratta da questa novità decise di restare; i poveri di Palomeras l’aiutarono a costruirsi una baracca appoggiata al muro di una fabbrica, e così divenne aiuto e sostegno di Kiko in quest’opera evangelizzazione nelle periferie esistenziali. Carmen possedeva una radicata formazione liturgica (grazie soprattutto a padre Farnes), in virtù della quale conservava, per amore a Cristo e alla Chiesa, un pronunciato spirito critico nei confronti di Kiko e della comunità di Palomeras.Un giorno,
a seguito di gravi disordini nel quartiere, l’Arcivescovo di Madrid, Mons. Casimiro Morcillo, su invito di Kiko, visitò le baracche di Palomeras trattenendosi con la comunità per la preghiera. Al termine di quella riunione, al cospetto dell’azione dello Spirito Santo che soffiava con forza in mezzo a quei rifiuti della società, profondamente commosso e colpito pronunciò queste parole: “Kiko, io non sono cristiano”. Questo episodio segnò per sempre Carmen, che vide in esso quella conferma da parte della Chiesa che ancora mancava, e da allora decise di dedicare tutta la sua vita al Cammino ed ai fratelli senza riserve. Mons, Morcillo si prodigò affinché quella comunità potesse avere una dimensione parrocchiale e fece in modo che altre parrocchie, a Madrid e non solo, aprissero a questa nuova esperienza che, con il tempo, iniziava a definirsi maggiormente fino a raggiungere la sua dimensione definitiva, ossia del neo-catecumenato per adulti.Ognuno rispondeva con sincerità, contestualizzando quella parola nella propria esistenza, senza difendersi o cercare di nascondere la propria realtà, poiché in quel luogo tutti sapevano perfettamente chi fosse l’altro. Attratta da questa novità decise di restare; i poveri di Palomeras l’aiutarono a costruirsi una baracca appoggiata al muro di una fabbrica, e così divenne aiuto e sostegno di Kiko in quest’opera evangelizzazione nelle periferie esistenziali. Carmen possedeva una radicata formazione liturgica (grazie soprattutto a padre Farnes), in virtù della quale conservava, per amore a Cristo e alla Chiesa, un pronunciato spirito critico nei confronti di Kiko e della comunità di Palomeras. Un giorno, a seguito di gravi disordini nel quartiere, l’Arcivescovo di Madrid, Mons. Casimiro Morcillo, su invito di Kiko, visitò le baracche di Palomeras trattenendosi con la comunità per la preghiera. Al termine di quella riunione, al cospetto dell’azione dello Spirito Santo che soffiava con forza in mezzo a quei rifiuti della società, profondamente commosso e colpito pronunciò queste parole: “Kiko, io non sono cristiano”. Questo episodio segnò per sempre Carmen, che vide in esso quella conferma da parte della Chiesa che ancora mancava, e da allora decise di dedicare tutta la sua vita al Cammino ed ai fratelli senza riserve. Mons, Morcillo si prodigò affinché quella comunità potesse avere una dimensione parrocchiale e fece in modo che altre parrocchie, a Madrid e non solo, aprissero a questa nuova esperienza che, con il tempo, iniziava a definirsi maggiormente fino a raggiungere la sua dimensione definitiva, ossia del neo-catecumenato per adulti.
Erano gli anni del Concilio Vaticano II
e, mentre a Roma si sanciva la necessità del rinnovamento liturgico, della centralità della Parola e l’importanza del popolo di Dio, in una piccola borgata di Madrid tutto questo si concretizzava senza alcuna pianificazione. Nel 1968, su invito di Don Dino Torreggiani, Kiko e Carmen arrivarono a Roma per aprire, non senza tribolazioni, nuove comunità in Italia; sarà l’inizio della nuova evangelizzazione che porterà, nei decenni successivi, il Cammino Neocatecumenale ad essere presente in 135 nazioni con oltre 20.000 comunità. In Italia Kiko e Carmen conobbero Padre Mario Pezzi, sacerdote comboniano, che si unì a loro formando quella che per oltre 50 anni sarà l’Equipe Internazionale del Cammino Neocatecumenale.Alla fine degli anni ’90
iniziò la stesura degli statuti, che vennero presentati al Pontificio Consiglio per Laici ed approvati ad experimentum il 29 giugno del 2002 (solennità dei S.S. Pietro e Paolo). L’approvazione definitiva è avvenuta nel 2008, sotto il pontificato di Benedetto XVI. Numerosi sono i frutti generati dallo Spirito Santo per mezzo del Cammino Neocatecumenale, come i Seminari Diocesani Redemptoris Mater, le Missio ad Gentes, le famiglie in missione, la Domus Galiaeae, la nuova estetica e le icone. Per una lettura completa della storia del Cammino e una maggiore conoscenza dei frutti da esso generati, si rimanda alla pagina web ufficiale: https://neocatechumenaleiter.org/it/. Ogni altra pagina presente sul web è da considerarsi privata e non ufficiale.
I Papi
“Ecco qui i frutti del Concilio! Voi fate dopo il battesimo quello che la Chiesa primitiva faceva prima: il prima o il dopo, direi, è secondario. Il fatto è che voi mirate all’autenticità, alla pienezza, alla coerenza, alla sincerità della vita cristiana. E questo è un merito grandissimo, che ci consola enormemente (…). Quanta gioia e quanta speranza ci date con la vostra presenza e con la vostra attività!”.
“La prassi e la norma della Chiesa hanno introdotto la santa abitudine di conferire il battesimo ai neonati, lasciando che il rito battesimale concentrasse liturgicamente la preparazione che, ai primi tempi, quando la società era profondamente pagana, precedeva il battesimo, e che era detto catecumenato. Ma nell’ambiente sociale di oggi questo metodo ha bisogno d’essere integrato da una istruzione, da una iniziazione allo stile di vita proprio del cristiano, successiva al battesimo, cioè da un’assistenza religiosa, da un allenamento pratico alla fedeltà cristiana, da un inserimento effettivo nella comunità dei credenti, che è la Chiesa… Ecco la rinascita del nome «catecumenato», che certamente non vuole invalidare né sminuire l’importanza della disciplina battesimale vigente, ma la vuole applicare con un metodo di evangelizzazione graduale e intensivo, che ricorda e rinnova in certo modo il catecumenato d’altri tempi. Chi è stato battezzato ha bisogno di capire, di ripensare, di apprezzare, di assecondare l’inestimabile fortuna del sacramento».
“Riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica valida per la società e per i tempi odierni” e “auspico, pertanto, che i fratelli nell’episcopato valorizzino e aiutino – insieme con i loro presbiteri – quest’opera per la nuova evangelizzazione”.
“La Sacra Famiglia non è altro, è questo: la umana famiglia in missione divina… Chiesa santa di Dio, tu non puoi fare la tua missione, non puoi compiere la tua missione nel mondo, se non attraverso la famiglia e la sua missione… Dovete, con tutte le vostre preghiere, con la vostra testimonianza, con la vostra forza, dovete aiutare la famiglia, dovete proteggerla contro ogni distruzione. Famiglia in missione, Trinità in missione”.
“Queste comunità, che non prendono il via da un “luogo sacro”, da un “tempio”, ma vivono in mezzo al mondo, costituiscono un vero e proprio “cortile dei gentili dove le persone possono avvicinarsi a Dio senza conoscerlo”.
“Le missio ad gentes si costituiscono a richiesta dei vescovi delle diocesi cui sono destinate e sono formate da 4 o 5 famiglie -la maggior parte con più di 4 figli -, un presbitero, un ragazzo e due sorelle. Tutti insieme formano una comunità che ha la missione di dare i segni della fede che attraggono gli uomini alla bellezza del Vangelo”.
La Nostra Parrocchia
Nella parrocchia del SS Crocifisso di Chieti scalo il Cammino Neocatecumenale è presente dal 1983, voluto all’epoca dai Padri dell’ordine dei Servi di Maria, che videro in esso un efficace strumento per il rinnovamento della fede per cristiani scristianizzati e di evangelizzazione per i lontani. In questi anni ha prodotto molti frutti, tra i quali tre importanti vocazioni consegnate alla chiesa universale: Don Giovanni Di Felice, presbitero formato presso il seminario diocesano Redemptoris Mater di Macerata, ordinato nel 2008 e missionario in oriente; Ciriaco e Laura Colazzilli, famiglia in missione ad Hannover in Germania da oltre vent’anni, con otto figli; Salvatore e Cecilia Casciello, famiglia incardinata nella Missio ad Gentes di Chemnitz da oltre dieci anni, nell’ex Germania dell’est, con otto figli.
Attualmente nella nostra parrocchia sono presenti due comunità:
La 1° comunità, formata da circa circa 35 fratelli, che camminano insieme da oltre 30; questa comunità si trova nel tempo della “lode” e sta terminando la fase del catecumenato.
La 2° Comunità, molto giovane, formata da circa 25 fratelli, prevalentemente ragazzi adolescenti, che cammina da 4 anni; questa comunità è all’inizio del cammino, nella tempo dell’umiltà ed ha appena iniziato la fase del pre-catecumenato.
Di seguito lasciamo i nomi ed i numeri telefonici dei rispettivi responsabili:
